Corilicoltura e frutta in guscio nel futuro dell’alessandrino

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A Montaldo Bormida (AL) in cui è iniziato l’accostamento vigneto-noccioleto, i produttori si stanno preparando per allargare la produzione.

Coltivare il vigneto costa di più del noccioleto e seminare cereali non conviene“; “Gli italiani sono fra i principali consumatori di frutta secca, che in Italia scarseggia, la noce è praticamente inesistente“; “Il nocciolo è in continua espansione, ma vorremmo piantare anche noci, mandorli e castagni“; “Non è semplice, perché la frutta col guscio prima di entrare in produzione richiede anni di lavoro e attesa, ma diversificare è necessario“, sono questi alcuni commenti di alcuni produttori.

Una possibile soluzione sarebbe coltivare il nocciolo in collina e la noce nelle zone di pianura. Anche la coltivazione del castagno, dopo alcuni anni di scarsa produzione, calo dei prezzi e problematiche fitosanitarie, sarà rivalutata.

All’Anagrafe agricola della Regione, in provincia di Alessandria, oltre alle nocciole, sono 446 gli ettari dedicati a noci, 4 a mandorle, 2 a carrube, zero a castagno e 69 a frutta con guscio di specie non definita e ora in cerca di una precisa identità e resa.

Ciononostante la corilicoltura resta comunque il motore trainante da non abbandonare. Nel 2015, infatti, i noccioleti in Piemonte sono aumentati di 1.500 ettari, soprattutto nel territorio di Alessandria. Tra impianti già produttivi e giovani impianti sono circa 18 mila gli ettari a nocciole, 8.500 le aziende interessate, circa 200 mila quintali prodotti. Il 70% si concentra nella provincia di Cuneo; la restante parte ad Alessandria, Asti e Torino.

Gianluca Griseri, responsabile tecnico Ascopiemonte spiega: “Le superfici aziendali in Piemonte sono limitate; le varietà piemontesi hanno una resa limitata e occorrono anni per entrare in produzione, fino a 8 anni per la nocciola, tuttavia la consapevolezza della qualità e la professionalità hanno prevalso. Il nocciolo è complementare alla vite, può davvero rappresentare un’alternativa produttiva, economica ed occupazionale. Occorre però prestare particolare attenzione, alla scelta del materiale vivaistico e alla messa a dimora. I costi di impianto e di conduzione sono abbastanza limitati”.

La nocciola Gentile Trilobata per la quasi totalità è dedicata alla trasformazione e all’utilizzo finale da parte di grandi aziende come Ferrero, Lindt, Pernigotti e Novi Elah-Dufour, che da anni con Coldiretti Alessandria promuove accordi di filiera, coinvolgendo anche i Comuni.

 
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