Potatura del nocciolo e produttività: lo studio di Agrion

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Fondazione Agrion ha avviato un’ampia sperimentazione di potatura del nocciolo presso l’azienda sperimentale Nasio, situata a Cravanzana (Cuneo). Negli ultimi anni, i cambiamenti climatici hanno accentuato lo stress dei corileti, compromettendo il sistema radice-pianta. Questa situazione si traduce in cali produttivi significativi, maggiore vulnerabilità alle avversità, e chiome caratterizzate da scarsa vigoria e avvizzimento. Tali sintomi si manifestano soprattutto nei mesi centrali della stagione produttiva.
È necessario, pertanto, individuare dei veri e propri percorsi di ringiovanimento delle chiome sia per quanto riguarda le piante con età elevate, sia per tutti quei corileti la cui gestione è stata errata o le potature sono state scarse negli anni passati, in modo da poter ristabilire una corretta funzionalità e produttività del noccioleto.

POTATURA DEL NOCCIOLO, PERCHE’ ESEGUIRLA

In linea generale le operazioni di potatura annuale sono utili e necessarie per:

  1. Aumentare la penetrazione della luce all’interno della chioma e tra le piante, al fine di stimolare il germogliamento e permettere lo sviluppo delle formazioni fruttifere anche nella parte bassa della pianta.
  2. Ridurre l’alternanza di produzione mantenendo un corretto rapporto vegeto-produttivo sulla chioma.
  3. Eliminare eventuali disseccamenti dovuti a motivi di natura fisiologica e/o patologica.
  4. Ottimizzare le operazioni di gestione ordinaria del corileto, siano esse manuali o meccaniche (spollonatura, interventi fitosanitari ecc.).

PROVA SPERIMENTALE: DESCRIZIONE E OBIETTIVO

L’obiettivo della prova è stato quello di confrontare differenti tesi di potatura, con tecnica ed intensità diverse, a partire da una gestione manuale soft fino ad una capitozzatura drastica delle branche con riduzione in altezza dei cespugli, valutando così la risposta fisiologica e vegetativa delle piante.

La prova, situata a Cravanzana presso l’azienda Nasio di Agrion, è stata effettuata su circa 1 ettaro, al fine di ottenere un numero consistente di piante da valutare. L’impianto di circa 50 anni di età, presenta forma di allevamento a cespuglio, esposizione sud-est e giacitura mediamente collinare.
Ad inizio prova il noccioleto si trovava in una situazione critica in quanto caratterizzato da molti disseccamenti, ridotto germogliamento nella zona inferiore della chioma, elevato quantitativo di legno, poche formazioni fruttifere e conseguente scarsa produttività.

La sperimentazione è stata impostata nell’autunno 2024 e proseguirà nei prossimi anni per osservare l’evoluzione del rinnovo vegetativo in tutte le sue sfaccettature fino al completo recupero della piena produzione.

Il protocollo ha previsto otto differenti tesi, ciascuna suddivisa in parcelloni da 2 file con 25 piante a fila, così ripartite:
1- Ripristino “a zero” attraverso un taglio netto raso terra per ri-strutturare la pianta con i nuovi ricacci basali, completamente ex novo.
2- Taglio netto ad un’altezza di circa 2-2,5 mt da terra per mantenere una struttura solida, ma ricostituire completamente la chioma.
3- Taglio intermedio ad un’altezza di circa 3,5-4 mt da terra per gestire ed impostare i nuovi germogli della chioma.
4- Taglio singolo ad un’altezza di circa 2,5-3 mt da terra esclusivamente in autunno per osservare l’eccessiva ripresa dei germogli in primavera a scapito delle formazioni fruttifere.
5- Taglio doppio ad un’altezza di circa 2,5 -3 mt da terra in autunno e effettuando, in primavera, una leggera cimatura (circa 5-10 cm sulla parte apicale della chioma) per rallentare la crescita e stimolare la maggiore differenziazione delle gemme a frutto.
6- Taglio manuale ordinario con l’asportazione delle parti dissecate e senescenti e rimozioni eventualmente di branche obsolete.
7- Taglio manuale intenso di sfoltimento e reimpostazione del cespuglio a partire da 5-6 polloni vigorosi che saranno ‘spuntati’ periodicamente per stimolare la differenziazione a frutto.
8- Testimone in cui non viene effettuata alcuna potatura, se non l’asportazione di branche rotte.

Per quanto riguarda le prime 5 tesi, il taglio è stato effettuato con una cimatrice BMW portata (Foto in apertura) realizzando in un primo momento un taglio di hedging al fine di preparare ed agevolare quello successivo di topping in cui la chioma è stata ridotta ad un’altezza variabile a seconda del protocollo previsto (Foto sotto).


Per quanto riguarda le restanti tesi, le operazioni di taglio sono state esclusivamente manuali quindi con superfici di taglio ridotte.
Una prima criticità riscontrata durante le operazioni di potatura sono state le dimensioni dei tagli, dove in molti casi trattandosi di piante adulte, le branche presentavano diametri di notevoli dimensioni, anche oltre i 10-15 cm (Foto sotto) motivo per cui sono stati prontamente trattati con mastici rameici per limitare il rischio di penetrazione di patogeni fungini.

Come si può osservare nel grafico sottostante, subito dopo il passaggio della cimatrice, sono state rilevate, in modo randomizzato, le dimensioni dei tagli nelle differenti tesi. Ad emergere sono state incisioni importanti comprese tra 12 e 20 cm, che richiedono una gestione e cicatrizzazione adeguata a ridurre il rischio di attacchi parassitari.
A seguito della cimatura meccanica autunnale è stato inoltre effettuato un intervento di rifinitura manuale al fine di eliminare le porzioni colpite da Armillaria mellea, Cytospora corylicola e Agrilus viridis.

Una seconda problematica affrontata è stata la gestione dei residui di potatura. Questi, risultati molto voluminosi sono stati gestiti attraverso una cippatura eseguita al di fuori dell’appezzamento per rimuovere eventuali fonti di inoculo.
Durante la cimatura meccanica sono stati rilevati inoltre i tempi di avanzamento e le differenti velocità di lavoro, riportate di seguito in tabella in cui si sono registrati tempi operativi di circa 12-16 minuti per ciascuna fila costituita da 25 piante.

IL SUPPORTO DI FONDAZIONE AGRION


Il ruolo di Fondazione Agrion, oltre all’impostazione e gestione della prova, è quello di validare un protocollo utile al rinnovo di corileti, e dunque, fornire indicazioni utili alle aziende sia in situazioni critiche come quelle testate, sia in caso di potature meccaniche ordinarie.

A tale scopo sono già in fase di programmazione delle future giornate dimostrative in campo, per mostrare l’evoluzione della prova dal vivo. La sperimentazione proseguirà nei prossimi anni per valutare la ripresa produttiva ed eventuali problematiche fitosanitarie, che potrebbero manifestarsi sugli organi vegetativi in seguito alle ferite di potatura subite dalle piante. Nei prossimi mesi si effettueranno rilievi sulla ripresa vegetativa e sulla rapidità di ritorno a frutto, valutando il loro benessere generale delle piante attraverso alcuni parametri quali l’allungamento del germoglio, l’analisi SPAD per il contenuto di clorofilla delle foglie.

Fonte: a cura di Lorenzo Brigante, Simone Bardella e Maria Corte. Fondazione Agrion – Sede di Cravanzana, Strada Provinciale Valle Bormida 2, Cravanzana (CN).

Pubblicato il: 15-12-2024

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