PRIME ANTICIPAZIONI SUL RACCOLTO DI NOCCIOLE 2018 IN ITALIA

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Abbiamo intervistato tre figure di riferimento delle principali aree corilicole italiane per avere qualche anticipazione su come si prospetta il raccolto di nocciole 2018 in termini di produzione e qualità nelle rispettive zone.


Piemonte

Dott.ssa Maria Corte – Tecnico Agrion, Fondazione Regionale ricerca in Agricoltura

In termini generali come si prospetta la produzione di nocciole quest’anno in Piemonte, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo?

In tutto il territorio regionale ci stiamo ormai avviando alla raccolta con calendari di inizio variabili a seconda della zona. Si comincerà nella settimana di ferragosto in zone anticipate (alessandrino), per proseguire intorno al 20 agosto  in quelle di media collina (albese, astigiano e  carrucese) e concludere verso il 24 agosto in aree più tardive (Alta Langa). Paragonando la campagna in corso con quella passata (2017) si può parlare di cauto ottimismo: più prodotto (anche se nei mesi di giugno e luglio la cascola ha ridimensionato le previsioni di inizio stagione) e fino ad ora (luglio) meno cimice, soprattutto quella asiatica. Tuttavia, senza creare allarmismo, occorre precisare che le cimici (compresa l’Halyomorpha halys) sono in grado di pungere le nocciole con il guscio indurito quindi fino a pochi giorni dalla cascola naturale pre-raccolta. E’ quindi fondamentale non abbassare la guardia nemmeno in questa fase proseguendo nei monitoraggi coordinati dalla rete di assistenza tecnica su nocciolo.

Come sta andando con la cimice asiatica che nello scorso anno ha causato danni significativi?

Fino ad ora sembrerebbe andare meglio della scorsa stagione. Già ad inizio anno si era notata una minor presenza di adulti in svernamento in aree (cuneese, carrucese, albese, ecc.) dove gli scorsi anni si assisteva a vere e proprie infestazioni di colture prima e case e magazzini in fase di svernamento. La riduzione della popolazione è stata confermata anche quando sono iniziati i controlli in noccioleto (con trappole e frappage), anche se le catture sono rimaste su livelli preoccupanti in molte zone (torinese, vercellese e biellese). Come già accennato, occorre mantenere alta la guardia proseguendo nel monitoraggio del ciclo di questa pericolosa cimice molto più prolifica ed aggressiva di quelle che abitualmente si trovano in noccioleto.

Ci sono state altre problematiche fitosanitarie degne di rilievo?

Sicuramente l’inizio anno, caratterizzato da piovosità elevata (si pensi che a giugno a Cravanzana, in Alta Langa, era già caduta più di tutta la pioggia caduta nell’intero 2017!) ha favorito la forte cascola registrata in tutto l’areale corilicolo piemontese e ha contribuito ad accentuare problematiche esistenti come la batteriosi e il marciume dei frutti. Nel corso della stagione sono anche aumentate le segnalazioni di impianti (sia in fase di allevamento che in piena produzione) con seccumi e avvizzimenti di cui, in collaborazione con il Settore Fitosanitario Regionale, ci stiamo occupando per cercare di comprendere origine e cause del fenomeno.

Da un punto di vista meteorologico la stagione 2018 è stata completamente diversa da quella precedente:  che riflessi ha avuto sulla coltura del nocciolo?

Si sa che l’acqua è un elemento prezioso soprattutto per una coltura come il nocciolo che viene quasi interamente coltivato in condizioni non irrigue (salvo rare eccezioni). Gli apporti irrigui sono importantissimi soprattutto nella fase di formazione ed ingrossamento del seme all’interno della nucola (giugno-luglio). Purtroppo si è visto che eccessi idrici (non controllabili), come quelli avuti ad inizio campagna 2018, possono avere ripercussioni anche non immediate (es. cascola) sulla coltura e creare problemi fisiologici e fitopatologici alle piante. Non potendo ‘controllare’ direttamente la piovosità stagionale si può cercare di impiantare il nocciolo in aree vocate evitando terreni difficili (eccessivamente argillosi) o zone con ristagni idrici. Il nocciolo è una pianta rustica, ma se vogliamo considerarlo come una pianta da frutto occorre metterlo nelle migliori condizioni (zone ad alta vocazionalità) per poter produrre in modo ottimale.


Campania

Dott. Alessandro Simeone – Responsabile Tecnico OP Cerere

 In termini generali come si prospetta la produzione di nocciole quest’anno in Campania, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo?

In Campania quest’inverno abbiamo avuto le giuste temperature (in freddo) e la giusta piovosità che ci permetteranno di avere mediamente una buona produzione, soprattutto nelle zone pianeggianti. Qualche evento meteo ha ridotto di poco nelle zone montane la produzione, ma per il resto si preannuncia una buona raccolta (almeno +20% rispetto all’anno scorso).
L’elevata produzione dovrebbe indurre un calibro un poco più piccolo (confermato dalle prime raccolte), ma con una buona resa.

L’attività di monitoraggio sulle cimici che risultati ha prodotto?

Quest’anno l’attività di monitoraggio ha visto la sinergia anche del Dipartimento di Agraria e la UOD di Napoli, in collaborazione con la OP Cerere Soc. Coop. Abbiamo utilizzato, oltre al classico frappage, anche le trappole rescue e stick bug per validarne l’efficacia. Ad oggi non abbiamo trovato miglioramenti rispetto al metodo classico, anche se la stick bug ha dimostrato una efficacia leggermente maggiore, ma ben al di sotto rispetto alle nostre aspettative. Abbiamo posizionato circa una ventina di trappole su tutto il territorio campano, da Caserta a Salerno.

Ci sono state altre problematiche fitosanitarie degne di rilievo?

Bisogna segnalare purtroppo che durante l’attività di frappage sono state segnalate due catture di cimice asiatica (Halyomorpha halys), una a Napoli ed una a Caserta. Prontamente è stata fatta la segnalazione agli uffici preposti della Regione Campania. Adesso il monitoraggio sta continuando al fine di valutare le dinamiche di popolazione delle principali specie di cimici, con la speranza di dare risposta alle innumerevoli domande che attanagliano i nostri produttori. Altra patologia è stata segnalata nel mese di giugno in seguito al forte caldo che ha letteralmente soffocato le piante: si è osservato infatti un ritorno combinato di gleosporiosi su foglie insieme a infestazioni di ragnetto rosso.

Lazio
Dott. Benedetto Valentini – Responsabile Tecnico Assofrutti

In termini generali come si prospetta la produzione di nocciole quest’anno in Lazio, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo?

L’annata 2018 si presenta con una buona produzione, circa 40.000 tonnellate, e una qualità più che soddisfacente. I temporali che in questi giorni stanno interessando il viterbese potrebbero avere una ripercussione, se reiterati, sulla qualità, vedi marcio occulto.

L’andamento stagionale come ha influito sulla coltura del nocciolo?

L’andamento stagionale, piovoso, ha contribuito alla buona qualità del prodotto ad eccezione di piccole, limitate zone colpite da violente grandinate. In queste zone, comunque, la perdita di produzione è stata contenuta.

Ci sono state altre problematiche fitosanitarie degne di rilievo?

L’annata 2018, nelle zone  di più elevata altitudine e con un clima fresco, è stata caratterizzata dalla presenza di numerosi Balanini che hanno causato danni alla coltura.

Pubblicato 21/08/2018

Copyright: nocciolare.it

 

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