E’ possibile rilanciare la produzione di nocciole e intervenire sui noccioleti? Si può puntare su un comparto che un tempo dava reddito migliaia di famiglie? A queste domande e ad altre da tempo provano a dare una risposta i componenti dell’associazione culturale Nebrodi. L’ultima occasione è stata qualche giorno fa con l’incontro tenutosi a Sant’Agata Militello in occasione della chiusura del Progetto Sicilnut: “Razionale meccanizzazione della nocciolicoltura con particolare riguardo alle aree declivi presenti nelle regioni corilicole italiane ed in particolare in quella siciliana – Sicilnut”, finanziato dal MiPAAF.
Un incontro cui hanno partecipato imprenditori di settore, esponenti degli enti locali del circondario e di pubbliche amministrazioni del settore agricolo, di rappresentanti di organizzazioni professionali di categoria e di altre organizzazioni interessate. La razionalizzazione della meccanizzazione della nocciolicoltura nelle regioni corilicole italiane è un tema di estrema importanza per le zone corilicole siciliane molto spesso caratterizzate da aree poste in forte declivio: la Sicilia con i suoi circa 12.000 Ha di superficie coltivata a nocciolo, per lo più concentrata proprio sui Nebrodi, fa a buon diritto parte delle regioni corilicole italiane insieme al Piemonte, al Lazio ed alla Campania.
L’iniziativa, molto articolata, cui hanno partecipato le Università della Tuscia, di Catania e di Palermo e l’Assessorato dell’Agricoltura della Regione Siciliana, si inseriva nel quadro del progetto finanziato dal MiPAAF (Bando per il settore corilicolo n. 17188/2010) ed è stata l’occasione per comunicare le principali risultanze del progetto.
Le superfici corilicole nebroidee sono state interessate dagli interventi colturali previsti dalla misura 216/A del PSR per il periodo 2007/2013 che hanno riguardato 5.000 Ha circa, pari all’incirca al 50% di quelle totali provinciali prossime a 10.000 Ha: si tratta di interventi che hanno consentito di ridare significativo impulso alla produzione di nocciola sia sotto il profilo quantitativo sia sotto quello qualitativo.
La rappresentazione dello stato delle interlocuzioni con l’Assessorato Regionale delle Risorse Agricole ed Alimentari sulla proposta di accordo quadro della filiera corilicola siciliana promosso dall’Associazione Culturale Nebrodi in conformità ai documenti regionali di riferimento, a partire dal maggio del 2014, ha consentito di dare risalto al partenariato variegato e rappresentativo di tutti i segmenti della filiera stessa finora aggregato e di dare evidenza della apertura del processo aggregativo a tutti i soggetti che vi abbiano interesse, nonché le connessioni con le nuove strategie di innovazione previste dal nuovo PSR 2014/2020.
Il significativo interesse al predetto processo di costituzione della filiera corilicola regionale manifestato dal Responsabile dell’Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura di Catania, che ospita un importante patrimonio corilicolo, e l’adesione al medesimo da parte del Sindaco del Comune di Polizzi Generosa, il Comune che ospita le più importanti superfici corilicole del comprensorio madonita, hanno consentito di dare così completa significatività e rappresentatività a livello regionale al processo aggregativo avviato con l’iniziativa suddetta.
La disamina delle maggiori avversità caratterizzanti la realtà corilicola siciliana, prime tra tutte la presenza del “cimiciato”, che inficia la qualità delle produzioni, e di importanti popolazioni di ghiro, che ne riducono le quantità, e la individuazione dei più opportuni e naturali mezzi di contrasto da utilizzare hanno impegnato variamente diverse relazioni e comunicazioni, a cui si sono aggiunte, per l’annata agraria in corso, le segnalazioni dei danni verificatisi a seguito dell’ondata di calore del 16 giugno scorso, che ha determinato una notevole cascola dei frutti già allegati.
Accorato l’appello rivolto dal presidente dell’Associazione, nel corso del suo intervento di saluto, ai giovani presenti in buon numero e al cui destino sono massimamente rivolti gli impegni dell’Associazione, a non farsi scoraggiare dalle contingenze certamente non molto favorevoli e a non desistere dalla partecipazione attiva ai processi di sviluppo che si vanno delineando, appropriandosi delle sorti del proprio destino ed introducendo nei processi medesimi quella carica di innovatività che solo i giovani sanno trovare.
Molto interesse ha suscitato la rassegna, presentata dai rappresentanti dell’Università di Catania, delle innovative macchine, in corso di sperimentazione, appositamente concepite per agevolare la raccolta della produzione corilicola, e la riduzione dei relativi costi, in contesti territoriali interessati da forti acclività quali quelli nebroidei. Si tratta di piccole macchine caratterizzate da ingombro molto ridotto e facile manovrabilità e progettate con molta attenzione anche per la sicurezza dei lavoratori.
La innovatività dei processi di qualificazione e sperimentazione ipotizzati nel progetto di ricerca, peraltro premiato in un contesto concorsuale internazionale, e di partenariato proposto dall’Università di Palermo, che vanno nella direzione da tanto tempo auspicata, hanno dato la giusta prospettiva evolutiva lungo la quale muoversi per pervenire a quei livelli qualitativi delle coltivazioni e delle produzioni che il territorio è certamente in grado di assicurare.
L’analisi dei contenuti della strategia PEI, “Partenariato europeo per l’innovazione”, e la previsione dei G.O., Gruppi Operativi, introdotte nei nuovi PSR per il periodo di programmazione 2014/2020, svolta dagli esponenti dell’Università della Tuscia, ha permesso di mettere a fuoco le strategie aggregative attraverso le quali sarebbe possibile, collegandosi con le analoghe iniziative in corso di definizione anche nelle altre regioni corilicole italiane (Piemonte, Lazio e Campania), dare ulteriore prospettiva di sviluppo al settore anche in considerazione del fatto che il tipo di partenariato richiesto dai documenti di programmazione citati, i PSR, e cioè le imprese agricole, forestali e alimentari, i centri di ricerca, i consulenti/tecnici specializzati e i soggetti della filiera così come si è venuta a delineare, sono molto prossimi a quelli già rappresentati anche nell’ambito dell’accordo stesso.
Tutti i temi trattati, ripresi nell’intervento conclusivo dal dirigente generale del dipartimento Agricoltura, il Gaetano Cimò, hanno trovato competente riscontro interlocutorio sulla base del quale si auspica possa essere possibile pervenire alla definizione di opportune strategie di intervento condivise dal territorio. In particolare, dopo una analisi dello stato regionale della coltivazione nocciolifera, cui avevano anche dato significativo contributo i rappresentanti degli Uffici territoriali dell’Agricoltura di Sant’Agata Militello e di Brolo, il dottor Cimò ha avuto modo di anticipare l’avvenuta formalizzazione della richiesta, con procedura scritta, di introduzione, negli strumenti attuativi della nuova programmazione, di previsioni di intervento analoghe a quelle di cui alla misura 216/A del vecchio PSR, nell’ottica del raggiungimento delle più ampie superfici corilicole possibili. In materia di competitività delle imprese corilicole ha molto apprezzato le risultanze della ricerca sulla meccanizzazione che devono comunque essere in grado di corrispondere ai fabbisogni espressi dalle imprese stesse. Ha inoltre considerato che le produzioni di settore ottenute e quelle ottenibili, peraltro molto spesso condotte in biologico, aspetto che andrebbe comunque rafforzato, si prestano per essere migliorate attraverso l’elaborazione di un apposito disciplinare, ai fini della definizione di “Prodotto di qualità regionale”. Anche la lotta biologica al cimiciato, attraverso l’auspicato intervento della Biofabbrica di Ramacca dell’ESA, potrà concorrere al processo qualificativo delle produzioni corilicole, mentre, per il controllo delle popolazioni di ghiro, ritiene che la complessità della problematica richieda un attento esame tecnico da parte degli uffici competenti non escludendo la possibilità di dovere fare ricorso a un intervento legislativo mirato da parte dell’ARS. Ha ritenuto anche di dovere stimolare l’interesse ad avviare finalmente opportune indagini e ricerche, possibilmente anche attraverso le possibili attivazioni dei G.O. previsti dalla strategia PEI del PSR, finalizzate a colmare la assoluta carenza di appropriate conoscenze in ordine alle caratteristiche nutraceutiche e salutistiche della nocciola siciliana in modo da dimostrarne inconfutabilmente il valore. Reti, associazionismo, filiere, progetti integrati e logica PEI, tutti strumenti richiamati dal DG ed utilizzabili per mettere insieme i soggetti interessati, in una logica aperta ai contributi di qualunque provenienza. Particolare risalto, nel messaggio finale, il dott. Cimò ha ritenuto di dovere dare all’attenzione che l’Assessorato rivolge, in special modo, alle esigenze delle imprese agricole ed alla sostenibilità ambientale della gestione e conduzione della attività finalizzate alla realizzazione delle produzioni alimentari, a tutela delle risorse naturali e dell’ambiente nel quale le medesime si realizzano; aspetti che ritiene vadano tenute nella dovuta considerazione anche nella proposizione degli interventi a valere sulle azioni previste dal PSR 2014/2020.
Fonte: www.nebrodinews.it