Frutta secca, prospettive e nuove opportunità per la filiera italiana

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Il consumatore moderno è alla ricerca anche della buona qualità della frutta secca, e ciò incoraggia le produzioni nazionali.

I consumi sono in rialzo e consistenti a livello mondiale e anche italiano. Il consumatore moderno è alla ricerca anche della buona qualità della frutta secca, e ciò incoraggia le produzioni italiane, soprattutto della nocciola e della mandorla, e i vecchi sapori, come la noce di Sorrento che è tempo di ringiovanire. Altissimi i valori in gioco: ben 35 miliardi di USD di frutta secca – che insieme alla frutta essiccata diventano circa 45 – per un totale di poco meno di 450 miliardi di USD di prodotto finito sugli scaffali, e non solo, poiché si denota a livello mondiale un’attiva richiesta di acquisti via Internet, con Amazon e Alibaba che lo fanno in grande.

I raccolti del 2017 sono stati abbondanti a livello mondiale con forte crescita per mandorle, anacardio, nocciole, macadamia. In equilibrio noci e noci di Pecan, in calo il pistacchio, che da ricordare, è una pianta biennale.

I consumi a livello mondiale sono stati ragguardevoli con un +6,5%, ben supportati da consumatori arabi, indiani e dell’estremo oriente (Cina, Corea, Giappone, Indonesia). Notevole è stato l’apporto produttivo dell’emisfero Sud, e in particolare Cile, Australia, Argentina, nel settore delle noci in guscio.
Il rafforzamento dell’euro e di altre valute pregiate nei confronti del dollaro USA, tradizionale valuta negli scambi di frutta secca, ha facilitato le industrie alimentari europee e di conseguenza l’Italia. Soltanto la Gran Bretagna ha ceduto nei consumi con un -4,5% circa, quale conseguenza della Brexit.
Ciò che ha animato il settore è stato il nuovo interesse a livello mondiale per nuovi investimenti in Paesi est europei ed asiatici, nonché il rinnovo di “farms” californiane, dell’Oregon e in Spagna. Nuove varietà altamente performanti per produttività e resa sostituiscono gli impianti degli anni ‘80-‘90.

 

Essenziale è l’aiuto di un sistema moderno di ‘dripping irrigation’, sub o soprasuolo, governata da appositi software che testano quotidianamente temperatura, umidità e necessità delle singole piante. Infatti le nuove tecnologie di fertirrigazione, oltre all’economia delle risorse irrigue, offrono un valore aggiunto nell’ordine del 20%.

Le fasi meccanizzabili della raccolta e in post raccolta sono oggi alla portata di medie e grandi aziende dove l’automazione raggiunge il 90%. Altro importante fattore è l’anticipo dell’epoca produttiva dai tradizionali 7-9 anni agli attuali 3-7 anni a seconda della specie. Questa importante svolta del settore rappresenta nuove opportunità in Italia, laddove il valore della terra è notoriamente elevato e l’alta intensità aiuta i nuovi agricoltori. Si passa dalle 400 piante per un noceto moderno ad un mandorleto intensivo a 900 alberi, mentre per il nocciolo, a seconda della qualità dei terreni, si suggerisce fino a 700 piante ettaro con sesto dinamico.

Aldilà degli incentivi previsti dalla PAC, vi sono aiuti aggiuntivi previsti da alcune Regioni per progetti di filiera; molte, importanti aziende di trasformazione nazionale ed internazionale invitano a collaborare nuovi agricoltori anche col supporto del sistema bancario (es. Banca Intesa, Unicredit e alcune realtà bancarie territoriali). L’aiuto finanziario per i primi 5 anni dalla piantumazione rappresenta quell’area di respiro di cui ha bisogno il coltivatore prima di vedere i frutti del progetto. Inoltre, si ha la certezza di vendita a compratori industriali quali Ferrero, Loacker, V. Besana, Novi e altri interessati a specifiche varietà altamente performanti: per le nocciole (Tonda Gentile Trilobata, Tonda Giffoni, Tonda Romana), per le noci (Chandler, Howard, Fernor, Lara) e per le mandorle (Tuono, Lauranne, Marinada, Penta).
È rilevante rimarcare che il “made in Italy” prevale in questi grandi progetti non solo per il materiale vegetale propagato e micro-propagato da importanti vivai e laboratori italiani, ma anche per il grande contributo innovativo (siamo di fatto i portabandiera) che offre in termini di macchinari pre- e post-raccolta, nonché accessori e soprattutto sistemi completi di fertirrigazione e modelli di software studiati ad hoc.
È appena il caso di informare il settore corilicolo italiano circa un nuovo progetto lanciato dall’INC (Fondazione Internazionale della Frutta Secca) denominato “Global Hazelnut Project” che tende a migliorare le qualità intrinseche della nocciola e la sua performance produttiva. Questo progetto, con la collaborazione di ben 5 Università internazionali, si muove dalle sponde della Georgia, alla Turchia, ad Italia, Spagna e USA (Oregon) e fra le altre priorità intende combattere attraverso la lotta integrata la nota e mefitica cimice del nocciolo.

Di Giuseppe Calcagni.

Pubblicato 13/04/2018

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