Quali sono le prospettive per la coltivazione del nocciolo in Italia?

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 A margine dell’interessante momento di confronto svoltosi a Cherasco il 14-6-2014 nell’ambito del convegno “Nocciolo, coltura per l’ambiente. Analisi opportunità e criticità”, il Presidente della Federazione Nazionale di prodotto Frutta in guscio di Confagricoltura , Dott. Giuseppe Russo, ha tirato le somme sulla stimolante giornata di lavori e fatto il punto sulle esigenze del settore.

“È stato un confronto costruttivo tra tutti gli operatori della filiera, mondo della produzione, delle associazioni, fornitori di mezzi tecnici e di servizi e rappresentanti delle industrie di trasformazione che hanno fornito indicazioni e suggerimenti sulla strada da percorrere per permettere a questa coltura, di crescere e svilupparsi,in un contesto di forte competitività internazionale.

Il settore ha un enorme potenziale: l’Italia è il secondo produttore mondiale di nocciole, presenta una rilevante vocazione territoriale ed un prodotto dall’elevato profilo qualitativo; a questo si aggiunga che la domanda mondiale di nocciole è in crescita. Ci sono quindi tutti gli elementi per vedere nel settore corilicolo un’interessante opportunità. D’altro canto però occorre superare i punti di debolezza relativi ad una ridotta dimensione media aziendale, ad un’aggregazione dell’offerta ancora insufficiente in diversi areali, a  prezzi soggetti a notevoli fluttuazioni, a  costi di produzione più elevati rispetto ai competitors.

Fondamentale quindi lavorare su più fronti: da un lato aumentare le superfici investite, non solo nelle aree di produzione storiche, ma anche in zone di collina e di pianura e dall’altro favorire una politica di tutela e salvaguardia dei territori più marginali del nostro Paese, dove il mantenimento della coltura risulta più difficoltoso e costoso ma consente di preservare le aree dal dissesto idrogeologico e dallo spopolamento. Inoltre occorre potenziare le forme di aggregazione del prodotto in modo da garantire volumi importanti, rafforzare il potere contrattuale, offrire un prodotto standardizzato dall’elevato valore aggiunto (ottenibile migliorando le tecniche di selezione e favorendo l’innovazione). Necessario altresì promuovere il prodotto italiano rendendolo riconoscibile agli occhi del consumatore per favorirne anche il consumo interno.

Tutte queste azioni dovrebbero essere sviluppate attraverso gli strumenti messi a disposizione dalla nuova programmazione comunitaria, facendo ricorso alle misure agro-ambientali, a contributi per il mancato reddito, permettendo ai soci delle Op di accedere senza limitazioni ai PSR, favorendo l’adesione a coperture assicurative sulle produzioni, il tutto in un quadro coordinato di regole comuni a tutte le Regioni.

Non rimane che rimboccarsi le maniche e creare le necessarie sinergie per fare sistema.

Per saperne di più sul convegno clicca qui

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