Nocciolo nella terra del Prosecco e non solo – Incontri tecnici di Nocciolo Service in Veneto

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Nei giorni scorsi Nocciolo Service ha realizzato un vero e proprio tour in Veneto, Padova, Belluno, Treviso e Rovigo. In collaborazione con Confagricoltura sono stati organizzati quattro incontri tecnici- divulgativi dedicati esclusivamente alla coltivazione del nocciolo.

Grande è stata la partecipazione e molto l’interesse dimostrato.

“Da qualche anno i cereali sono a redditività zero e in molti stanno cercando alternative, spiega Fabio Morandin di Confagricoltura. La coltivazione delle nocciole è un’alternativa molto valida. Richiede un investimento modesto, da 5.000 a 6.000 euro per un ettaro, impianto di irrigazione compreso, che entra in piena produzione dopo 7-8 anni. La richiesta sul mercato è molto alta, soprattutto da parte di gruppi come Ferrero, Lindt e Pernigotti, che richiedono nocciole di qualità italiana, superiore a quella di Paesi come la Turchia”.

Il direttore, dott. Massimo Chiarelli, ha chiuso i lavori dell’incontro di Adria (RO) confermando l’interesse verso la coltivazione del nocciolo come opportunità per le aziende del territorio. Nocciolo come opportunità di differenziazione dell’orientamento colturale, dove i seminativi la fanno da padrone, ma dove le redditività delle aziende è in calo costante.

Impianti di nocciolo realizzati da Nocciolo Service in collaborazione con Nocciolare in Veneto nel 2016

Un fattore di svantaggio iniziale potrebbe esser dato dai lunghi tempi di entrata in produzione della pianta:  aspetto, questo, che potrebbe essere mitigato da accordi con le banche che consentirebbero all’azienda di assorbire al meglio i costi di impianto, peraltro non elevati, e il mancato reddito dei primi anni.

Fondamentale diventerà poi la collaborazione tra le singole aziende agricole al fine di creare delle sinergie per la condivisione dei macchinari funzionali alla coltivazione e alla raccolta, al fine di ridurre i costi.

Continua Gianluca Griseri, responsabile di Nocciolo Service: ci sono esperienze già consolidate di coltivazione del nocciolo in Veneto, in particolar modo nella provincia di Padova e Treviso.

I terreni e il clima sono molto simili a quelli dell’Astigiano e dell’Alessandrino, aree di espansione del nocciolo in Piemonte, con il vantaggio di avere acqua in abbondanza e disponibilità di terreni da impiantare praticamente illimitata.

Come per il Piemonte e per il resto d’Italia è la crisi dei cereali, ma anche di altre colture, ad aver innescato l’interesse sulla coltivazione del nocciolo. Un investimento al lungo termine (oltre 35 anni), l’impiego di manodopera limitato, costi di impianto e gestione limitati, redditività soddisfacente e dichiarato interesse da parte dell’industria sono i veri motivi di questo inaspettato e travolgente interesse per il nocciolo da parte delle aziende agricole. Per impiantare un ettaro di noccioleto occorrono 3.500-4.000 euro per ettaro (escluso l’impianto di irrigazione), mentre per un ettaro di vigneto ne servono oltre 25.000. Occorre utilizzare piante certificate e garantite, uniformi e con un apparato radicale ben sviluppato. Fondamentale, per una stabilizzazione della produzione e un corretto sviluppo della pianta è l’impianto di irrigazione. La resa media, a seconda delle varietà, è di 22-25 quintali di nocciole in guscio per ettaro.

Grande interesse quindi e grande prospettiva di sviluppo del nocciolo.

Dobbiamo però avere la certezza che da qui ai prossimi trenta anni le nostre nocciole verranno sempre e comunque commercializzate.

Fondamentale è quindi strutturare una filiera dove le Organizzazioni di Produttori possano rappresentare un vero e proprio punto di riferimento per gli agricoltori che volessero intraprendere questa nuova avventura.

Copyright: Nocciolare.it

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