Mandorle, c’è fame di prodotto italiano

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C’è interesse in Piemonte per la coltivazione del mandorlo. Lo si è notato anche lunedì scorso durante la giornata tecnica su questa coltura, promossa dalla LaboVivai Roero nella Sala polifunzionale di Baldissero d’Alba (Cuneo). L’evento ha calamitato sul posto sia chi ha già intrapreso la coltivazione del mandorlo da qualche anno, sia chi è interessato a realizzare nuovi impianti. 

I relatori dell’incontro hanno toccato le principali tematiche legate alla mandorlicoltura. Davide Sacchi (Life) ha illustrato la situazione del mercato del mandorlo, evidenziando il forte del fabbisogno di prodotto, ad oggi sopperito dall’import californiano e spagnolo. “L’80% della produzione mondiale è concentrata negli Usa – ha detto il responsabile marketing dell’azienda di Sommariva Perno (Cuneo), dedita dal 1940 alla lavorazione e commercializzazione di frutta secca, essiccata e disidratata di alta qualità – Un dato desolante se pensiamo al ruolo che la mandorlicoltura italiana ha ricoperto fino agli anni Sessanta. Questa situazione è da considerarsi come un’occasione perduta per i guadagni degli agricoltori italiani. Infatti, non solo le mandorle hanno mantenuto nel 2018, per il terzo anno consecutivo, il primo posto per numero di nuovi prodotti sul mercato europeo (Innova Market Research), ma hanno anche il primato come ingrediente benefico, seguite dal mirtillo”.

L’agronomo Vito Vitelli ha analizzato i principali aspetti agronomici legati al mandorlo e alla sua gestione. Scelta varietale, sistemazione del terreno, sesto d’impianto e irrigazione sono state tra le principali tematiche trattate. Particolare attenzione è stata posta ai sesti d’impianto e alla potatura, riportando le esperienze di agricoltura intensiva adottata nei grandi mandorleti spagnoli meccanizzati e riassumendo quali aspetti è interessante adottare e cosa non applicabile negli areali piemontesi. Vitelli ha specificato come in Piemonte sia possibile intraprendere una mandorlicoltura funzionale, in particolare nelle zone vocate ben esposte. Il freddo invernale non spaventa il mandorlo, che ben tollera gli inverni rigidi. Bisogna comunque far attenzione durante il periodo di fioritura e per questo scegliere varietà a fioritura tardiva ed evitare i fondo valle con presenza di nebbia durante il periodo di impollinazione.

I partecipanti all’incontro si sono poi diretti presso un giovane impianto della LaboVivai Roero, per poterne osservare la conduzione da vicino. Vitelli ha quindi spiegato quali sono le operazione da effettuare per impostare le piante nei primi anni di impianto in modo da stimolare prima la formazione della parte vegetativa e successivamente la produzione di rami produttivi.

Pubblicato 30/03/2019

Copyright: Italiafruit News

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