New York si arricchisce di un altro tesoro dell’eccellenza italiana. Ferrero inaugura a settembre il suo centro di ricerca e innovazione nel campus universitario di Cornell situato a Roosevelt Island, isola cullata dalle acque dell’East River tra Manhattan e Queens. La divisione del gigante dolciario italiano è parte del cosiddetto Bridge, il complesso che ospita il centro tecnologico dell’università, una delle otto dell’Ivy League, l’eccellenza del mondo accademico statunitense. Il polo, spiega Forest City New York, società addetta allo sviluppo e alla gestione del progetto, si erge nella porzione inferiore dell’isola residenziale, immediatamente a Sud del Queensboro Bridge, il ponte che unisce Manhattan al Queens. Da qui il nome Bridge. Ferrero International SA, il braccio internazionale del gruppo di Alba, ha sviluppato il progetto assieme alla finanziaria Two Sigma Investment e al colosso bancario Citigroup, portando a compimento la prima fase di messa a punto del campus, progetto dal valore complessivo di 2 miliardi di dollari. «Svilupperemo ricerche e tecnologie all’avanguardia che avranno impatti sui nostri prodotti e attività», riferisce Giovanni Battistini, vicedirettore per l’innovazione scientifica di Ferrero.
Il creatore di Nutella si proietta in una dimensione solitamente appannaggio dell’hi-tech e di Silicon Valley. Questo perché il gruppo dispone di un patrimonio tecnologico di grandi dimensioni e all’avanguardia, tale da poter dare un contributo fondamentale alle attività di ricerca e innovazione in campo universitario e aziendale per il suo ramo di attività, e non solo. Ecco perché il suo inserimento nel campus è «fortemente funzionale alla missione del Bridge», spiega Ali Esmaeilzadeh, capo della divisione leasing commerciale di Forest City per la città di New York. Un «ponte» appunto, tra la facoltà Cornell Tech e i suoi studenti, tra aziende, start-up, agenzie governative e attività no-profit. Con l’obiettivo di attrarre società da diversi settori, incorporare tecnologie e sviluppare idee imprenditoriali messe a punto dall’università e dal centro innovazione.
Ferrero inoltre punta a rafforzare la sua task force dedita all’innovazione assumendo laureati Cornell. Il centro occuperà circa 400 metri quadri nel Bridge, mentre il campus verticale di Cornell si estenderà su oltre 21 mila metri quadrati con spazi comuni per socializzare e siti ricreativi, e una terrazza con vista a 360 gradi. Il valore aggiunto del Bridge è anche nell’estetica: una nuova vetta nello skyline newyorchese. Raggiungibile con il «tram», la suggestiva funivia fiore all’occhiello dei trasporti pubblici della Grande Mela che unisce la Seconda Avenue, all’altezza della 60a street, e l’hub metro dell’isola di Roosevelt.
La novità americana giunge in coincidenza di un altro passaggio storico per la casa fondata da Pietro Ferrero: oggi infatti è l’ultimo giorno da amministratore delegato di Giovanni Ferrero.
Da domani entrerà in vigore il nuovo modello di «governance» e Giovanni Ferrero assumerà il ruolo di presidente con incarico esecutivo. La poltrona di Ceo è affidata a un manager interno, il fiorentino Lapo Civiletti, 56 anni, ai vertici del gruppo da oltre 13 anni e attuale responsabile dell’area Europa centro-orientale.
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