La filiera del nocciolo cresce in ettari coltivati in tutta Italia. Una crescita non priva di polemiche e di preoccupazione da parte di chi in quei territori conduce la propria attività agricola ma anche dei cittadini, delle associazioni e degli enti locali come dimostrano gli ultimi passaggi televisivi.
Alcuni degli aspetti che destano maggiore preoccupazione, amplificati dalla diffusione mediatica e dalla semplificazione giornalistica delle notizie, sono relativi al fatto che la corilicoltura sia considerata come una forma di “land grabbing” – ovvero di “accaparramento di terre” – che sottrae biodiversità e che usa principi attivi inquinanti per l’ambiente oltre che al dispendio di risorse idriche necessarie per la coltivazione del nocciolo.
“In questo contesto diventa fondamentale evitare qualunquismi ed avere un approccio scientifico – dichiara Vincenzo Falconi, Direttore di Italia Ortofrutta Unione Nazionale – affinché gli obiettivi fissati dalla strategia Farm to Fork – ossia dal Campo alla Tavola – si traducano in fatti concreti e si possa individuare una gestione di difesa del nocciolo maggiormente ecocompatibile con il territorio e con l’ambiente.
Il progetto di ricerca applicata “Definizione di un modello di gestione del noccioleto maggiormente ecocompatibile con il territorio e con l’ambiente relativamente alle difesa dai principali insetti fitofagi ed alle avversità fungine e batteriche nonché per la gestione agronomica con riferimento alla corilicoltura laziale e campana” condotto da Italia Ortofrutta ed affidato all’Università della Tuscia di Viterbo-Dipartimento DAFNE, con la partecipazione di 6 Organizzazioni dei Produttori aderenti all’Unione Nazionale (Agrinola, CO.PRO.N.T., C.P.N., Ecolazio, Euronocciola e Tonda di Giffoni) si pone l’obiettivo di definire e affinare tecniche di difesa e di contrasto ai principali insetti e patologie funginee in un quadro di rispetto ambientale e di sostenibilità ecologica di questa coltivazione.”
“Un’opportunità, quella di partecipare alla sperimentazione con i campi di prova – dichiara Francesco Rossano Pulcinelli, Presidente della OP Euronocciola – che abbiamo accolto con gran entusiasmo perché solo investendo nella ricerca è possibile continuare a garantire una produzione di qualità che rispetti l’ambiente ed i suoi occupanti, fornendo inoltre al consumatore, oltre un prodotto sano, una corretta informazione delle tecniche di coltivazione del prodotto nel nostro territorio.”
“Noi produttori abbiamo un grande rispetto dell’ambiente, dell’agroecosistema e dei suoi equilibri -dichiara Piero Brama, Presidente dell’OP CPN- ed è per questo che ci stiamo impegnando ancora di più per trasferire nelle nostre attività economiche le più recenti innovazioni in tal senso e riteniamo che progetti come questo, promossi da Italia Ortofrutta Unione Nazionale, siano strategici e meritino il supporto delle Organizzazioni dei Produttori perché solo dalla collaborazione tra mondo produttivo e quello scientifico possono nascere e continuare occasioni di sviluppo del nostro territorio”
“Questo progetto, infine, oltre a mirare ad individuare una gestione di difesa del nocciolo maggiormente ecocompatibile con il territorio e con l’ambiente – conclude Vincenzo Falconi, Direttore di Italia Ortofrutta Unione Nazionale – porterà alla stesura di un documento finale di indirizzo, adottabile su base volontaria, con la proposta di modifica del disciplinare di difesa integrata utile ai Servizi Fitosanitari Regionali per l’aggiornamento dei disciplinari di difesa integrata volontaria. Aspetto quest’ultimo per Italia Ortofrutta di non secondaria importanza, visto l’impegno che da sempre contraddistingue l’attività dell’Unione Nazionale a supporto del comparto ortofrutticolo italiano e delle sue OP associate.”
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Pubblicato: 23-11-2021