Il dato è emerso in un convegno tenutosi in provincia di Napoli e dedicato al problema del cimiciato, lamentato ormai da molti corilicoltori
Le cimici sono
un problema per la corilicoltura in Campania,
regione dove si produce la metà della nocciole italiane. E salta fuori che è
iniziato anche qui l’attacco del nemico più temuto: Halyomorpha
halys, ovvero la cimice asiatica, che si è
fatta viva nell’Alto Casertano.
E’ quanto emerso nei giorni scorsi nella sala consiliare di San Paolo Bel Sito
(Napoli), dove sono accorsi molti corilicoltori, tecnici, amministratori locali
ed operatori della filiera per partecipare all’ “Incontro tecnico sulle
cimici del nocciolo”. Il convegno, organizzato dal comune nell’area nolana
ha avuto la collaborazione della Regione Campania con
il Servizio provinciale di Napoli dell’assessorato
Agricoltura e della Cooperativa “Il Guscio”, tra le più
rappresentative della zona. San Paolo Bel Sito è un comune a cavallo tra la
provincia di Napoli ed Avellino: in questa vasta area si concentra il 70%
dell’intera produzione campana, pari alla metà delle
nocciole italiane.
Dopo una breve introduzione di Sabato Castaldo, direttore
della cooperativa “Il Guscio”, che si è intrattenuto sull’importanza
del ricambio generazionale in agricoltura e sui premi della
misura 6 del Psr Campania per
i giovani neo-insediati, la parola è passata al moderatore dell’incontro, il
funzionario regionale del Stp di Napoli Giorgio D’Agostino:“La percentuale
di “cimiciato” va tra
il 4 e il 9%. Questa incidenza obbliga il mondo della ricerca
ed i servizi di sviluppo regionali ad impegnarsi per trovare nuove strade per
limitare il fenomeno parassitario sul nocciolo campano”.
E’ intervenuto quindi Antonio Pietro Garonna, docente di
entomologia generale ed applicata dell’Università degli Studi Federico II di
Napoli presso il Dipartimento di Agraria di Portici. Dopo aver illustrato i tre
principali agenti imputati del cimiciato, quali Nezara viridula, Palomena
prasina e Gonocerus acuteangulatus è
passato alle esperienze maturate sul campo nel 2018 tra Teano (Caserta)
e Nola (Napoli).
Nelle trappole ad attrattivo e dal “frappage” è
stato riscontrato che nel teanese c’è un’importante
presenza sia del Gonocero che del Piezodorus,
ma la più massiccia percentuale (44%) è stata
registrata da Halyomorpha halys, la cimice asiatica.
Invece, nel nolano, alla conta delle cimici nei due
campi-prova la percentuale più alta è stata
principalmente del Piezodorus, inseguito a notevole distanza
dal Gonocero e dalla Nezara, ma con la totale
assenza della cimice asiatica.
Infine il convegno si è concluso con la relazione di Massimo Bariselli, fitopatologo del Servizio fitosanitario dell’Emilia Romagna che ha portato la sua esperienza in merito ai danni che possono causare le eventuali invasioni della cimice asiatica. L’intervento è stato tutto incentrato sui danni causati da questo emittero alieno in Pianura Padana.
Autore: Mimmo Pelagalli
Pubblicato 12/06/2019
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