Author: Andrea Aimone

L’innesto a marza, seguito dalla moltiplicazione mediante propaggine di trincea, è un
sistema di propagazione relativamente veloce e con costi contenuti per ottenere
piantine di nocciolo senza l’impiego di prodotti radicanti di sintesi. Nel nocciolo,
affinché avvenga la formazione del callo, è necessario mantenere nel punto d’innesto
una temperatura costante di 27 °C difficilmente riscontrabile in vivaio, se non con il
sistema ad hot callusing ideato da Lagerstedt. Con questo metodo, sono stati propagati: incroci intervarietali di Corylus avellana selezionati per le loro migliorate
caratteristiche vegetative e produttive; mutazioni spontanee di Tonda Gentile delle
Langhe senza attitudine pollonifera; semenzali ottenuti da incrocio di Corylus
colurna x Corylus avellana utilizzabili come portinnesti non polloniferi.

La coltura del nocciolo è compresa in tutto il mondo tra le colture minori che vengono definite sulla base di tre criteri: consumo medio giornaliero, estensione di coltivazione, produzione. Proprio perché “minore” i prodotti che ne permettono la difesa sono relativamente pochi e negli ultimi anni la richiesta di autorizzazione all’impiego molto limitata.La difesa viene, quindi, effettuata con prodotti prevalentemente datati, in discussione a livello comunitario per la loro revisione e per i quali non si hanno certezze sulla possibilità di uilizzo in un prossimo futuro. Viene illustrata la ricaduta sulle colture minori della revisione comunitaria dei prodotti fitosanitari, previsti nella Direttiva 91/414 e dell’armonizzazione dei limiti di residuo, come anche il progetto di difesa delle colture minori voluto dalle Regioni e coordinatodall’ISPaVe.

Il 21 gennaio il documento ha ricevuto l’approvazione del Comitato tecnico-agricolo nell’ambito della Conferenza permanente tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome. Per il varo definitivo si attende la ratifica da parte del Comitato dei Presidenti che verrà convocato prossimamente. Per meglio comprendere le ricadute di questo nuovo provvedimento abbiamo formulato alcune domande al Dr. Alberto Manzo, il dirigente del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali che ha coordinato il Tavolo di filiera corilicolo, l’organismo interprofessionale che lo ha messo a punto.

Benchè il nocciolo sia una coltura asciutta per eccellenza, essa è in grado di avvantaggiarsi notevolmente dell’irrigazione sia in termini di qualità che di quantità di produzione. Le moderne tecniche richiedono limitati volumi idrici rendendo possibile l’irrigazione anche laddove non vi è grande disponibilità di acqua. La conoscenza di queste metodiche è di fondamentale importanza per poter irrigare razionalmente anche il nocciolo.