A partire dal primo novembre 2018 la Tmo, l’agenzia sussidiaria del ministero dell’Agricoltura turco, responsabile dell’acquisto delle nocciole, interverrà sul mercato per sostenere i produttori locali. La decisione è stata ufficializzata nei giorni scorsi dal presidente Tayyip Erdoğan in un incontro al Parlamento, durante il quale è stato comunicato il ritiro dal mercato di circa 10mila tonnellate del frutto in guscio.
“Il primo novembre – ha spiegato Erdoğan – inizieremo ad acquistare le nocciole di seconda qualità a 14 lire turche il chilo (2,2 euro/kg), mentre quelle di prima fascia a 14,5 lire. Inoltre forniremo ai produttori certificati un contributo aggiuntivo di due lire il chilo, per un totale di 16-16,5 lire il chilo (2,53-2,61 euro/kg)”.
“L’anno scorso i prezzi del frutto erano bassi – ha aggiunto il presidente – e siamo quindi dovuti intervenire acquistando 143mila tonnellate a un valore compreso tra 10 a 10,5 lire turche”.
“Quest’anno la qualità della produzione sembra buona” ma “i prezzi sono nuovamente scesi”, ha specificato Erdoğan. Così lo Stato ha scelto di continuare a supportare un “comparto fondamentale” per l’economia turca, alle prese nell’ultimo anno con la svalutazione della propria moneta.
Il settore coricolo in Turchia genera un fatturato all’esportazione che, a seconda delle annate, va dai due ai tre miliardi di dollari statunitensi l’anno (1,7-2,6 miliari di euro) e garantisce lavoro a quasi un milione e mezzo di persone. Crede molto nell’espansione della produzione turca il gruppo italiano Ferrero, leader mondiale del comparto che, attraverso la propria azienda Oltan Gida, acquista una quota considerevole delle nocciole turche.
Pubblicato: martedì 30 ottobre 2018
Autore: Daniele Bianchi
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